Giovanni De Luca, una sconfitta che rilancia una carriera!

 

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La consegna della cintura in palio, di campione italiano di K1 pro, cat. 80 kg, all'avversario di Giovanni De Luca, ha sancito solo l'epilogo della sfida per il titolo italiano, ma non la fine della carriera del combattente battipagliese, anzi...

Abbiamo incontrato Giovanni De Luca all'indomani della sfida di domenica scorsa e, riavvolgendo il nastro della nostra intervista, vogliamo partire proprio dalla fine, con le parole del diretto interessato: "L'idea di continuare a combattere c'è - rivela De Luca - anche, e soprattutto, in considerazione del fatto che il gruppo che, in così poco tempo, si è formato per consentirmi di prepararmi e farmi trovare pronto al combattimento, si è consolidato e ha dimostrato tutto il suo valore. Si è trattato di un inizio, frutto del caso, visto che l'invito per concorrere alla cintura è arrivato del tutto inaspettato, ma che si è rivelato proficuo sotto ogni aspetto. È mancata solo la conquista della cintura, certo - afferma Giovanni - ma io stesso, sul ring, mi sono dimostrato all'altezza dell'evento, nonostante non combattessi già da più di un anno. Questo, a ulteriore testimonianza del valore della squadra che ho costruito intorno a me; dal preparatore Danilo Amato, i miei sparring Luca De Gregorio, Vincenzo Volpe e Yuri Di Benedetto, nonché Laura Luongo che mi ha seguito sotto l'aspetto dell'alimentazione e la mia compagna Valentina, che mi ha supportato sul piano emotivo. A loro, va tutta la mia riconoscenza e la mia gratitudine. Ma, ne sono certo, avremo modo di ritrovarci a lavorare di nuovo tutti quanti insieme!".

Insomma, sconfitta a parte nella sfida per il titolo italiano di K1, la prestazione offerta sul ring da Giovanni De Luca non è stata inosservata...
"Tutt'altro, perché ho ricevuto attestati di stima da tantissime persone del mio ambiente. Sono stato addirittura contattato da diversi miei ex rivali, con i quali ho combattuto in passato, tutti a felicitarsi per il mio ritorno sul ring. Posso dire - conclude De Luca - che a 36 anni ho ancora molto da dare a questa disciplina. Da domani potrò prendere in rassegna le proposte che già mi stanno iniziando ad arrivare".

Quindi l'inatteso invito a misurarsi per la cintura messa in palio per il titolo italiano professionistico K1, ha, di fatto, riavviato la carriera di Giovanni De Luca, altrimenti proteso nel nuovo ruolo di istruttore presso la sua palestra.
Peccato solo per l'esito del match, deciso, più che altro, da una ferita rimediata sotto l'occhio sinistro, che ha sancito l'immediata interruzione del combattimento.
"E pensare che mancavano solo 40 secondi alla fine del quinto, e ultimo, round. Poi si sarebbe passati alla lettura del verdetto... invece, l'arbitro, accortosi del taglio, mi ha mandato dal medico di gara che, vedendo il sangue che usciva copiosamente, ha subito deciso per la sospensione della gara. Per me sette punti di sutura e l'amarezza di non aver potuto portare a termine il combattimento, che stava andando proprio come volevamo noi".

La sfida, sulla lunghezza di cinque riprese della durata di 3' ognuna, stava andando secondo i piani di Giovanni De Luca e del suo team.
"Avevamo deciso di lasciare libero sfogo al mio rivale, galvanizzato e supportato da tutto l'ambiente. Dopo tutto - ricorda De Luca - ero stato invitato a combattere a Foggia, nel palasport locale, a pochi isolati dall'abitazione del mio avversario! La prima ripresa è stata, quindi, interpretata nel senso di tenere a bada l'avversario, cercando di subire il meno possibile l'incedere dei suoi colpi. Nella seconda, invece, pur lascindo ancora l'iniziativa al rivale, ho iniziato ad assestare i primi colpi, poi, dal terzo in poi, la mia azione si è fatta sempre più incessante ed insistente. Il combattimento è entrato, così, definitivamente nel vivo, ed anche l'ultimo round si stava combattimendo sul filo dell'equilibrio, fino al momento del fatidico colpo sotto l'occhio che ha portato all'interruzione definitiva dell'evento. Un vero peccato - evidenzia De Luca - perché sarebbe stato più giusto arrivare alla lettura del verdetto che, comunque, ho ragione di credere scontato".

In che senso?
"Come sospettavamo si erano apparecchiati la tavola già in principio: l'atleta di casa che gareggiava per il titolo. La mia presenza doveva essere solo di contorno. Insomma, la vittoria per il beniamino del pubblico doveva essere scontata, ma non lo è stata, perché mi sono dimostrato all'altezza della kermesse e non mi sono fatto buttare giù prima del tempo, nonostante il pronostico tutto a senso unico. È stato un combattimento vero, svolto in un ambiente infuocato e pesante. Il clima per nulla amichevole era palpabile, e anche le decisioni arbitrali lo hanno palesato. Tutto, o quasi, è stato perdonato al mio rivale, compreso il contatto irregolare che mi ha provocato il versamento e, con esso, la perdita dell'incontro. Ma poco importa - conclude Giovanni De Luca - perché, nonostate tutto, questo clima di così palese ostilità non ha condizionato la mia prestazione, ed è ciò che davvero conta".

Paolo De Vita

 

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