Dario Odierna da 1 a 100! Dall'esordio in bianconero ad oggi attraverso i racconti di chi c'era!

La foto è sgranata perché catturata alla meno peggio da un fotogramma televisivo. Ma ve lo possiamo assicurare: si tratta di Dario Odierna che, al suo debutto assoluto con la Battipagliese, bacia la maglia dopo aver segnato il gol del 4-1 al Messina. Potete verificare voi stessi cercando su Youtube la sintesi dell'incontro. A noi basta riavvolgere brevemente il nastro: è il 4 dicembre 2011, si gioca la 14esima giornata del campionato di serie D, e Jury Calabrese, tecnico della squadra Juniores, subentrato al dimissionario La Cava, manda in campo dal primo minuto uno dei suoi giovani più affidabili, il classe '93 Dario Odierna. Lo schiera da esterno di centrocampo e lui lo ricambia segnando, all'81', la rete del definitivo 4-1. La gioia di Dario, battipagliese purosangue, è tanta. Il gesto di baciare la maglia per lui non è convenzionale o una moda copiata dai giocatori di serie A, tutt'altro, è un gesto sincero, e lo dimostrerà "sudando" quella stessa maglia le altre 98 volte che la indosserà. Onorandola sempre, in anni non facili per le zebrette. Come non lo fu la stagione del suo debutto, con un presidente dimissionario, giocatori in fuga, e la squadra inevitabilmente ringiovanita, che concluse la stagione 2011-12 con un miracoloso terzo posto in serie D, il miglior piazzamento, ad oggi, degli ultimi 20 anni. In quella squadra Odierna totalizzò 18 presenze più quella della gara del primo turno di play off. Il tecnico Jury Calabrese che lo buttò nella mischia, così ricorda quella momento: "Kap Od: Che dire... ragazzo serio, voglioso, sempre disponibile. Oggi calciatore vero, un uomo affermato anche nella vita privata vista la laurea recente... ha cominciato da Kap della Juniores Nazionale, arrivata tra le prime 8 d'Italia, esordendo nella famosa e vittoriosa gara contro il Messina di Re Giorgio Corona. Da lì è stata una crescita costante, una voglia pazzesca di arrivare nel calcio che conta. Merita ampiamente i Pro - dice convintamente mister Calabrese - cosa ancora fattibile vista la giovane età di OD, come amo chiamarlo... ad maiora Kap di mille battaglie... un abbraccio forte". Questo è il messaggio del suo primo allenatore. Ma ce n'è un altro in "agguato". Si tratta di Emilio Longo, che iniziò tra mille incognite il campionato di serie D 2012-13. A lui la parola: "Trovai la squadra Juniores che l'anno prima era arrivata alla fase nazionale, di cui Odierna era uno dei giocatori più importanti. Non c'era molto altro. Inizialmente non c'era neppure la società. Dovevamo salvarci con una squadra composta da sette - otto Under, tra questi Pivetta, Magliano, Fiorillo, Primadei, Volzone... Odierna mi colpì da subito perché era un ragazzo educatissimo, in campo lo schierai inizialmente da esterno d'attacco per poi utilizzarlo anche in altri ruoli, e lui mi ripagò sempre col massimo impegno, perché si vedeva che aveva voglia di emergere e di dare tutto se stesso anche perché era di Battipaglia e ci teneva in modo particolare. Come persona vale un dieci pieno, ma anche come calciatore ha dimostrato discrete doti che gli avrebbero potuto consentire una carriera ancora più importante. Purtroppo il calcio di oggi non è sempre meritocratico - afferma con amarezza Longo - ma Dario è ancora giovane e può ritagliarsi un ruolo almeno in serie D. L'augurio che gli faccio - conclude mister Longo - è proprio questo: tagliare grandi traguardi in qualità di capitano della Battipagliese perché se lo merita". La terza stagione di Odierna in bianconero è datata 2013-14, quella delle grandi velleità dirigenziali subito riposte. Nella Battipagliese dei bei (quanto fugaci) nomi altisonanti, non ci fu molto spazio per Dario, che ritornò nell'undici titolare nel campionato di serie D 2014-15. Un'altra stagione al calorbianco fatta per uomini e calciatori veri. Odierna, ovviamente, rispose presente all'appello, come testimonia il campionato di quella squadra, Nicolò Pascuccio: "Le premesse per disputare un bel campionato c'erano tutte, poi arrivò l'inevitabile crisi societaria e tutto andò alla malora. Noi giocatori, però, la Battipagliese la lasciammo in serie D facendo l'impresa a Sorrento nei playout, una trasferta organizzata all'ultimo momento, ad ulteriore testimonianza di quanto fossimo stati lasciati allo sbando totale. Ma noi salvammo la Battipagliese e la faccia. Io quella partita - prosegue Pascuccio - la giocai con una gamba sola perché ero reduce da un serio infortunio al tendine d'Achille. Mister Squillante mi volle in campo ad ogni costo e a 10' dalla fine chiesi il cambio perché non ce la facevo più". Tra quei combattenti c'era anche Dario Odierna, oggi prossimo a tagliare il traguardo delle 100 partite con la Battipagliese. "Un ragazzo eccezionale - afferma convinto Pascuccio - perché prima di tutto si fa ammirare e rispettare come persona, dentro e fuori dal campo per le sue qualità, un ragazzo serissimo. Poi come giocatore si fa apprezzare per un'intelligenza calcistica fuori dal comune. Non è un caso se può ricoprire ogni ruolo in campo, una sorta di soldatino Di Livio, duttile e capace di assolvere meticolosamente al suo ruolo". Infine, ecco un personale ricordo di Odierna di capitan Pascuccio: "Durante quel campionato condividevamo le stesse preoccupazioni per la classifica e la situazione societaria. Spesso mi veniva a chiedere, chiamandomi capitano, come vedessi la situazione, cosa prevedevo potesse accadere...ed è anche per i nostri comuni natali battipagliesi, che quell'impresa straordinaria di salvare la squadra dalla retrocessione, la assaporammo più di tutti gli altri, sia durante i festeggiamenti nel pullman di ritorno da Sorrento, poi a piazza Madonnina con i tifosi". Cos’altro aggiungere se non che Odierna, un ragazzo di soli 26 anni, con questa sua abnegazione alla causa e alla maglia bianconera meritatamente “bagnata” dal traguardo delle cento presenze con la Battipagliese, ci regala inconsapevolmente la speranza di ritornare a vivere giorni migliori nel calcio e non solo, quelli che lui neppure ha vissuto e, che noi, invece, ricordiamo con atroce malinconia.


Paolo De Vita

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