Lawrence via per paura del Corona virus. Rossini chiede lo stop definitivo della A1

Tempo due settimane e una partita giocata, e Lawrence, la comunitaria tanto attesa a Battipaglia è andata via per paura del Corona virus... purtroppo la situazione è più seria della fobia che ha condizionato la scelta della cestista americana con passaporto francese, così come il presidente della Omeps Battipaglia evidenzia in un lungo comunicato. Ne sistetiziamo i punti: "Abbiamo perso una giocatrice a lungo inseguita, ma questo é il meno. Ciò che più mi preoccupa è come affrontare la situazione sotto il profilo logistico. Ad esempio, la sindaca di Battipaglia ha messo in quarantena un gruppo di concittadini provenienti da Venezia. Mi chiedo: quando toccherà a noi andare a giocare nelle attuali zone a rischio: Sesto San Giovanni e Torino, anche le nostre giocatrici subiranno la stessa sorte e, in tal caso, con chi giocheremo la parte restante del campionato? Ma prima ancora di partire per quelle destinazioni, chi del mio staff e delle mie giocatrici se la sentirà di andare a giocare in una zona col rischio di contagio? Chi ci garantirà sulle condizioni di salute degli altri passeggeri dell'aereo? E chi risponderà di un'eventuale contagio dei miei tesserati? Io, personalmente, non me la sento di assumermi questa responsabilità e non mi stupirei se una giocatrice o un genitore le vietassero la trasferta". Che fare? Rossini tira in ballo due soluzioni, tra l'altro già nell'aria da qualche giorno: "Finire qui il campionato, bloccare retrocessioni e playout, giocare solo i playoff per assegnare lo scudetto. Diversamente, se mi dicessero che, da ultimi in classifica, dobbiamo retrocedere ebbene, io accetterei di buon grado questa ipotesi perché è preferibile questo che riprendere a giocare senza garanzie per la nostra salute. Sia chiaro, non caldeggiamo l'ipotesi dello stop definitivo al campionato perché siamo la maggiore indiziata alla retrocessione, ma perché il clima di incertezza e la ristrettezza di date per recuperare eventuali ulteriori gare non giocate non si può conciliare con i calendari internazionali, primo su tutti la WNBA alla quale guardano molte giocatrici straniere impegnate oggi in Italia. Piuttosto, lo ribadisco, sarei più contento che mi retrocedessero immediatamente che continuare questo stillicidio". Domani le società dovrebbero incontrarsi a Roma per stilare un documento comune.
Paolo De Vita

e-max.it: your social media marketing partner