Giuseppe Rizzo sfiora il podio ai Mondiali di Kettlebell, ma può fregiarsi del titolo di Master Sport!

Un obiettivo e... mezzo raggiunto! Questo il bilancio della partecipazione di Giuseppe Rizzo ai Campionati del Mondo di Kettlebell disputatisi la scorsa settimana a Dublino. Matricola della più importante manifestazione continentale, il battipagliese Rizzo, portacolori del CUS Caserta, si è piazzato al quarto posto, ad un solo punto di ritardo dalla medaglia di bronzo: un risultato insperato alla vigilia della partenza per l’Irlanda, ma che per certi versi, lascia l’amaro in bocca, poiché il nostro campione affermerà tra breve, poteva arrivare anche il terzo gradino del podio. Il traguardo raggiunto, invece, riguarda il titolo di Master Sport, che Rizzo si è aggiudicato grazie alla sua performance irlandese. Ma lasciamo la parola al protagonista Azzurro: “Sono arrivato a Dublino al primo giorno di gare, benché io dovessi solo gareggiare due giorni dopo, alla chiusura dei Mondiali. Una scelta che ho fatto per fare gruppo con i miei compagni della Nazionale e per vivere fin da subito in prima persona il clima agonistico”. Una scelta che si è rilevata propizia. “Era importante sostenere i miei compagni della Nazionale in gara prima di me – afferma Rizzo – e fare gruppo. Io ero l’ultimo arrivato ed era mio compito quello di entrare nella squadra azzurra e sentirmi parte integrante della spedizione. Ci sono riuscito anche grazie ai miei compagni, vecchi e nuovi, che mi hanno accolto molto bene”. Vestito l’Azzurro a tutti gli effetti, poi si è trattato di scendere in pedana, kettlebell da 32 kg cadauno, specialità biathlon, categoria di peso 87 chilogrammi. “La mia categoria era in programma nell’ultimo giorno di gare, alla vigilia ho preferito non entrare nel palazzetto cercando di staccare mentalmente facendo semplicemente il turista”. Ma per un debuttante in Azzurro e, per giunta, in una competizione internazionale, la tensione comunque si è fatta sentire. “Inevitabilmente – con viene il 33enne battipagliese – mi confrontavo con i migliori al mondo della mia categoria e, per giunta, per la prima volta da quando, solo due anni fa, ho iniziato a praticare questa disciplina. Alle ore 11, orario del posto, di domenica 26 maggio, avevo la prima gara, quella degli slanci. In dieci minuti ne effettuo solo 66, sette in meno del mio personale migliore. Male, molto male, mi dico. La tensione, la poca tranquillità, purtroppo hanno pesato sulla mia performance. Sono consapevole che, di certo, non posso puntare al podio, ma ci tengo comunque a conquistare il titolo di Master Sport, ma a costo di una prestazione super”. Cosa significa in termini numerici? “La seconda gara che mi attendeva era quella dello strappo, dove avevo un personale di 106 ripetizioni. Per puntare al titolo di Master Sport, dovevo totalizzarne almeno 120, un numero al quale non ero mai arrivato e neppure sfiorato”. Qualcosa però è accaduta nel frattempo. “Quando, alle 13 mi hanno richiamato in pedana per la seconda e ultima prova, quella degli strappi appunto, ero davvero molto rilassato, nel frattempo mi ero detto che l’unica cosa che potevo e dovevo fare era divertirmi. E’ l’ho fatto, sono andato in pedana senza alcuna remora e ho disputato la mia migliore prestazione da quando mi confronto con i kettlebell da 32 kg e ho messo insieme 132 strappi. Per la prima volta – continua Rizzo – i kettlebell li sentivo tutt’uno con me, ed è stata questa la chiave della mia ottima performance”. Preso atto dell’ottimo risultato è arrivata, però, la doccia fredda. “Mi sono rivolto al trainer della Nazionale, Oleg Ilika, che ringrazio al pari del mio preparatore fisico e nutrizionista Michele Spreghini e del mio coach Mirco Ferrari, che mi hanno accompagnato in questa splendida avventura, per chiedergli com’era andata, e lui mi ha annunciato che per un solo punto non ero salito sul podio”. Ineccepibile il rammarico. “Se ero contento di aver centrato il titolo di Master Sport che certifica la crescita e i risultati conseguiti nel corso dell’intera annata agonistica, dall’altro non posso non rammaricarmi dell’approccio psicologico che ho avuto nella prima gara, che ha finito col compromettere in po’ il risultato finale. Ma può starci, visto che ero al debutto assoluto in una manifestazione internazionale e che devo entrare definitivamente in simbiosi con i kettlebell da 32 kg. Ora testa bassa e lavorare verso la nuova competizione che mi aspetta: i campionati italiani!”

Paolo De Vita

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